26 novembre 2017

Il reale e il suo contrario - Enzo Montano

Tiziano – Amor sacro e amor profano, 1515, olio su tela. Roma, Galleria Borghese
Il reale e il suo contrario - Enzo Montano

(Amor sacro e amor profano di Tiziano)

 

L'amore, quando si rivela,

Non si sa rivelare.

Sa bene guardare lei,

Ma non le sa parlare

Fernando Pessoa – L’amore

                                                                             

Due ragazze somiglianti, quasi nuda l’una,

con un vestito prezioso l’altra: forse Venere

celeste l’una e l’altra una Venere terrena,

oppure Venere da una parte e Medea dall’altra,

o, ancora, Venere e Polia (o Proserpina?);

 

Entrambe sono sé stesse e anche l’opposto

al pari dell’amore divino e passionale insieme

come il tramonto e l’alba la notte e il suo contrario,

come il bianco delle luce e il nero delle tenebre,

come i nobili e i plebei, i pastori e i cavalieri.

 

Fiumi di inchiostro parlano del quadro,

ma poche le certezze; un critico giunge a un punto

e un altro dimostra cose diverse.

Chiunque coglie un suo punto di vista

nella sterminata immensità dell’opera,

ognuno rincorre un suo attimo fugace

nell’eterno gioco del vero e del suo opposto.

 

Il prezioso sarcofago-fontana,

su cui siedono le ragazze

scene anch’esse avvolte nel mistero:

Marte che aggredisce Adone?

l’onnipresente Venere che si punge un piede?

Proserpina rapita dall’altro lato?

 

Eros  continua a rimestare l’acqua

e insieme le certezze appena conquistate.

Immagino il divertimento di Tiziano

Che, beffardo,  ride sotto i baffi.

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